Una domanda che mi sono posta molto spesso a livello personale e come scrittrice é: se conoscessimo già il finale, cambierebbe il percorso?
Se sapessimo che un amore finirà, che litigheremo con il nostro migliore amico e non lo rivedremo mai più o se sapessimo come moriremo e quando, faremmo le cose in modo diverso? O avremmo fatto le cose in modo diverso?
Quando penso a me come scrittrice e come narratore onnisciente, so che i miei personaggi devono compiere un viaggio per arrivare in un punto, anche se so che forse la destinazione non é bella. Ma è il loro percorso e devono farlo, nonostante tutto.
Nella vita é tutto più complicato ovviamente. Non sappiamo cosa accadrà domani ma voglio creare un piccolo artificio letterario: e se lo sapeste? Se aveste la possibilità di conoscere il finale, cosa cambiereste? E, soprattutto, cambiereste qualcosa di ciò che avete fatto? Sarebbe tutto nelle vostre mani, niente più misterioso futuro, niente soprese.
Vorrei che ci rifletteste un attimo e poi magari se voleste condividerlo con me e con gli altri lettori del blog, sarebbe una cosa interessante.
Rifareste tutto quello che avete fatto? E, ovviamente, quale narratore, non posso esimermi dal rispondere (spoilerando anche un po’ il tema del mio prossimo libro o, almeno, la direzione che sembra stia prendendo).
Penso che uno dei miei più grandi successi personali sia poter rispondere sì a questa domanda. Rifarei tutto; ogni viaggio, ogni cazzata, ogni sbronza, ogni lavoro, ogni amore, ogni figuraccia…Tutto.
Potrei dirvi che é perché tutto quello che ho fatto mi ha reso la persona che sono oggi ma non é per questo. Non é che abbia capito tutte queste cose della vita. Rifarei tutto perché la vita é un tentativo. Più di uno sei fortunato e ti vengono concesse delle seconde o terze chance. Io sono una che agisce di pancia alla fine, se sento qualcosa la devo fare. E così ho fatto. Tanti splendidi tentativi.
Gli esseri umani non sono onniscienti come gli scrittori, cadono (e ve l’avranno fatta cinquanta milioni di volte questa metafora!) e si rialzano, in qualche modo, feriti e barcollanti. Quello che nessuno vi dice mai é che cadendo, spesso, ci si fa un male assurdo. Un male che ti spezza dentro.
E allora pensateci un attimo: se sapeste già che ci sarà quel male, agireste diversamente? Se la risposta é sì, non aspettate ancora. Agite diversamente in questo nuovo anno, perché nessuno vi racconterà il futuro. No, neanche Paolo Fox!
Quindi vi restano solo i tentativi. Tentate. Ogni giorno.
Buon anno nuovo a tutti!
Solo 3 anni fa ci messo impegno a rispondere a questa domanda . Un pò in ritardo 🙂 Non mi sono mai posto “seriamente” il quesito se non dopo aver visto alcuni films .
Riassumendo molto dico “Dove il cuore non prende la parola la ragione deve aiutarci a trovare il coraggio.”
“se conoscessi già il finale, cambierei il percorso?”
La prima volta che ho sfiorato col pensiero questa domanda stavo vedendo il film “La casa degli spiriti” più di vent’anni fa. Mi ricordo che allora rifiutai categoricamente l’idea di fare un viaggio conoscendone già un finale negativo.
Dieci anni fa vidi il film “se mi lasci ti cancello” . Prima di vedere questo film le mie pigre riflessioni non avevano cambiato le mie convinzioni sulla questione . Però quando ho finito di vedere il film ero stranamente sereno . Contento di come erano andate le cose .
Nella primavera del 2017 però un altro film “Arrival” mi ha preso con la forza e mi ha detto :”mo te fermi , e su sta cosa ce rifletti bbbene !” e , non subito , ho partorito “Dove il cuore non prende la parola la ragione deve aiutarci a trovare il coraggio.”.
Se il mio cuore vuole farmi fare un esperienza che so già che non andrà a finire bene … l’esperienza la farò … con tutto il cuore …. magari senza avere la paura di scottarmi.
Per tutte le esperienze dove il cuore non ci mette becco o non si mette in prima linea ho il dovere di non cambiare una virgola del mio viaggio. Devo trovare il Coraggio di affrontare il viaggio. Non dico questo perchè il dottor Emmett Brown ci ha messo in guardia sul continuum tempo spazio …. ma perché la nostra esperienza “negativa” è incastonata alle nostre vite con radici spesso profonde … ed è strettamente relazionata ad altre esperienze (anche molte belle ) …. Esperienze che appartengono/coinvolgono altre vite .….
Il “non vivere” delle esperienze potrebbe cambiare (in peggio forse) molte vite vicine e lontane ….. vicine e lontane nello spazio e nel tempo.
Inoltre le avventure “negative” non regalano solo un “finale” doloroso . Tra l’inizio e la fine di una storia “cisterne” di info e cose positive farciscono la vita . Molte di queste cose ci possono far maturare , o farci rivedere/correggere alcune delle nostre ferree convinzioni , o ci fanno vedere le cose da altri punti di vista , ……. ci portano a conoscere persone splendide , o vivere momenti di gioia intesa mai vissuti prima …… Quindi direi “No il percorso non si cambia “
…. E poi … potrebbe essere pericoloso , il “non viverle” potrebbe distruggere l’intero universo. 🙂
Bellissima riflessione Luca! ☺️
E diciamolo, Emmet Brown ha lasciato proprio un segno su tutti! 😉
Si è proprio vero ! Doc eroe