Oggi sia Facebook che Instagram hanno rifiutato di sponsorizzare il mio post “Il processo” perché ho criticato le affermazioni di Feltri sulla stupro di una diciottenne da parte del fondatore di Subito.it.
Mi ritengo non solo offesa ma discriminata perché lui ha potuto esprimere le sue stupide opinioni al mondo mentre a me non è concesso di farlo dal mio blog e dalle mie pagine social.
Questo è lo stato senza libertà di parola (per quelli che come me non sono nessuno!) che abbiamo costruito. Complimenti a noi!
La libertà di parola è morta. Che riposi in pace.