In molti mi stanno scrivendo perché ricevono proposte di pubblicazione da case editrici che richiedono somme di denaro. Da quello che ho dedotto, siete molto diffidenti riguardo questo tipo di offerte.

E avete ragione! A questo punto, il politically correct m’imporrebbe di difendere ogni realtà editoriale perché ci sarà sicuramente uno scrittore su un miliardo che ha avuto successo con una pubblicazione a pagamento. Forse nel 1800, non ne sono sicura.

Poiché ormai mi conoscete, sapete che il politically correct non è molto il mio stile; io sono più una da “vi dico le cose come stanno, poi voi fatevi un’opinione vostra” perché questa è sempre cosa buona e giusta.

In primis, ritengo che, in generale nella vita, non bisognerebbe pagare per lavorare; anzi, di solito, dovrebbe essere il contrario. Capisco la confusione, voi vivete in Italia ed è un concetto difficile da metabolizzare ma vi posso assicurare che è così. Ho visto luoghi dove questo accade…

Non permettete a nessuno di dire che scrivere non è un mestiere solo perché non scaricate le casse al mercato. E’, ovviamente, un lavoro diverso ma richiede tempo e impegno e, come tale, una retribuzione.

Secondo, potete scommettere che una casa editrice a pagamento non sta scommettendo né su di voi né sul vostro libro. Sta cercando di avere un ricavo da voi e dalle persone che vi conoscono e che compreranno il vostro libro. A loro basta quello per avere un margine di guadagno, minimo, ma pur sempre soldi senza impegno. Fatto su tante persone, diventa un guadagno di tutto rispetto.

Mi dispiace ma ci sono passata, quindi so quello di cui sto parlano. Vi sommergono di complimenti e vi danno una visione tutta arcobaleni e unicorni del vostro futuro ma lo fanno per convincervi. Su alcuni gruppi per scrittori abbiamo confrontato delle mail o delle telefonate che ricevevamo ed erano tutte completamente uguali. Le stesse parole, la stessa enfasi su determinate cose…

Non vuol dire che quello che avete scritto non meriti, anzi, se ci credete (e dovete crederci per pubblicare), dovete trovare qualcuno che voglia scommettere su di voi e che ci tenga al vostro progetto.

Nella categoria rientrano anche quelli che, come unico beneficio della pubblicazione con loro, vi offrono di comprare un numero abbastanza alto di copie ma di non distribuirne altre, attraverso i normali canali.

Come ho già scritto più di una volta, il panorama editoriale italiano è cambiato molto. Soprattutto grazie all’auto pubblicazione, adesso ognuno è in grado di immettere sul mercato il suo testo.

Un mercato, però, che ha molto più offerta che domanda. E in mezzo a tutto questa offerta, come fa un emergente a farsi notare?

Il punto è questo; o hai una fortuna sfacciata (di quelle che poi devi comprare gratta e vinci tutti i giorni perché hai un dono!) e qualcuno ti nota e fa in modo che il tuo libro abbia l’attenzione necessaria, o sei talmente bravo a gestire la tua promozione da attirare l’attenzione di qualcuno o hai una casa editrice che promuove il tuo libro.

Sappiamo che ora lo scrittore deve essere anche un po’ promoter di se stesso e del suo lavoro ma, se non riesci ad attirare l’attenzione (che credo sia la parola chiave a questo punto) e a farti notare in qualche modo, rimani uno sconosciuto che ha pubblicato un libro. Venderai le tue cinquanta copie tra parenti e amici e finirà lì.

E potrebbe anche andar bene per te; magari tu, scrittore, vuoi solo vedere il tuo libro pubblicato. E allora, non farti sedurre dalle case editrici a pagamento.

Non solo non faranno niente per pubblicizzare il tuo libro ma si prenderanno anche dei soldi per non farlo.

Questo è il mio consiglio. Ora, a voi la scelta.

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Written by Silvia T.
Sono una scrittrice che va in crisi per scrivere chi è in poche righe. "Sono vasto, contengo moltitudini" scriveva Whitman. Io direi più che chi siamo è in continuo mutamento. Quello che vi serva sapere è che mi chiamo Silvia e ho pubblicato il mio primo romanzo "Un momento di chiarezza", l'anno scorso. Domande che potrebbero venirvi in mente. Hai messo un  manuale di scrittura, vuoi insegnarci come farlo? Il mio manuale di scrittura è, diciamo, sui generis. Considerateli dei consigli e prendetene quanto basta. Perché dovremmo leggere il tuo blog o le tue recensioni? Perché no? Magari vi piace.