Oggi applicheremo complesse formule matematiche per ottenere una trama della massima resa su carta. Scherzo ovviamente!
La trama, però, è una bella gatta da pelare.
Io, invece,ho trovato estremamente emozionante poter decidere della vita dei miei personaggi. Delirio di onnipotenza…
Ma questo varia da persona a persona.

Ovviamente, dipende dal libro che volete scrivere ma qui comincia la vera parte decisionale.

Questo non è un racconto, quindi pensate attentamente al percorso emotivo, di vita, lavorativo (insomma quello che avete scelto per i vostri personaggi, a meno che non sia una biografia e lì, la storia ha già fatto il suo corso. Attenzione però! Anche una biografia necessita di un rimaneggiamento e dell’inserimento dei fatti veramente significativi o che possano dire qualcosa ai lettori.)

Qui mi sento più di mettermi dalla parte del lettore; ad esempio, non scrivete un nuovo “Signore degli Anelli” perché se ha più pagine è meglio.
È falso. É un errata convinzione che circola dai tempi della scuola. I miei temi erano brevi, concisi e spiegavano il punto. Ho sempre preso voti alti.

Inserendo cose non necessarie perché mille pagine fanno più scena di duecento, correte il rischio di annoiare e perdere il lettore a metà strada se non prima.

Pensiamo anche alla praticità: magari (o anche no visto che c’è anche l’opzione E-BOOK ora) qualcuno vuole portarsi ancora dietro il buon vecchio libro cartaceo e mille pagine pesano. Comunque, se la vostra storia si dipana con un senso per mille pagine, scrivetene mille o più.

Tendenzialmente, chi si occupa di fare queste cose (una noia per me!) ha categorizzate le trame per averne un numero esatto di base da cui si può partire per scrivere un romanzo.

Un recente studio americano ha addirittura ipotizzato che siano solo sei le linee narrative base…
Insomma, non ci inventiamo niente di nuovo. “Siamo nani sulle spalle dei giganti” scriveva Eco ne “Il nome della Rosa”. 

Non vi demoralizzate però, la varietà che potete inserire su queste linee narrative è infinito e sta solo alla vostra immaginazione.

Come vi ho scritto precedentemente, un canovaccio vi può essere utile. Anche se poi il romanzo cambia mentre lo scrivi, io tenderei ad avere chiare almeno sulle svolte narrative principali, perché cambiare quelle in fase di revisione diventa abbastanza complicato.

A proposito di complicato, non v’impegolate in frasi con tremila subordinate complesse perfino per voi. Il lettore rischia di non capire. Rileggete bene ad alta voce, se v’impappinate voi stessi a leggerlo, forse qualcosa non va…

Semplificate, insomma; non ricercate super-mega-fighe trame.
La vita offre tanti spunti e, se scrivete un genere particolare, allora osate davvero.
Non trattenetevi, si sente nella scrittura. Scavate e offrite al lettore un pezzo di voi, non necessariamente della vostra storia, di voi.
E lui ve ne sarà grato.

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Written by Silvia T.
Sono una scrittrice che va in crisi per scrivere chi è in poche righe. "Sono vasto, contengo moltitudini" scriveva Whitman. Io direi più che chi siamo è in continuo mutamento. Quello che vi serva sapere è che mi chiamo Silvia e ho pubblicato il mio primo romanzo "Un momento di chiarezza", l'anno scorso. Domande che potrebbero venirvi in mente. Hai messo un  manuale di scrittura, vuoi insegnarci come farlo? Il mio manuale di scrittura è, diciamo, sui generis. Considerateli dei consigli e prendetene quanto basta. Perché dovremmo leggere il tuo blog o le tue recensioni? Perché no? Magari vi piace.