E’ dimostrato scientificamente (a parer mio, non ne so molto di scienza ma fidatevi: è importante) che un buon incipit può conquistare il lettore, tanto da spingerlo all’acquisto del libro in questione. E’ anche vero che un incipit così così, potrebbe ottenere l’effetto contrario. Lascio perdere le teorie che riguardano più il marketing sul colore della copertine, il carattere ecc… 
Noi siamo gli scrittori, ci interessa quello che c’è dentro e su quello dobbiamo focalizzarci. Ammettiamolo, gli inizi sono fondamentali, come i finali. Pensate a uno degli incipit più famosi della storia “C’era una volta”. Chi? Cosa? Curiosità… O “Chiamatemi Ismaele” (se non sapete da che libro proviene, compratelo e leggetelo). E chi sarebbe questo Ismaele? E’ il suo vero nome o e un nome che si è dato? Cosa sta per succedere di tanto epico da avere bisogno di conoscerlo con un nome? Vediamo. Compriamo il libro (non sto scherzando, se non lo avete letto, scendete, andate alla libreria più vicina e compratelo. E’ più importante quello di questa insignificante guida). Fondamentalmente un incipit deve fare questo: attirare l’attenzione e scatenare la curiosità.

L’incipit del mio libro è: L’avevo tenuta in un cassetto per anni. Trentatré, per la precisione. Stanotte l’ho fatta sparire, senza pensarci troppo.

Qui mi permetto di fare una premessa. Se state cercando di scrivere il best seller, il nuovo After o Cinquanta sfumature di grigio, chiudete questa pagina, scendete sempre in quella famosa libreria e comprate un altro manuale (King ne ha scritto uno bellissimo “On writing”, a metà tra la guida alla scrittura e la biografia).
Qui entro in scena io, la cosa si fa personale. Alcuni consigli varranno in generale ma saranno soprattutto considerazioni frutto della mia esperienza. Io non ho scritto un best seller, non ci sono neanche andata vicino ma credo di aver scritto un buon libro (non lo dicono solo amici e parenti, giuro!).

I personaggi non sono solo persone che si muovono in una trama ma sono il vostro occhio sulla storia. Per questo dovete subito decidere il punto di vista e tenerlo sempre presente.
A meno che la vostra scelta non sia cambiare punto di vista di volta in volta (ma perché volete complicarvi la vita?), mettete un occhio su un personaggio (o fate il narratore onniscente) e pensatelo proprio così. Sarà lui o lei a darvi lo sguardo sulla storia (per cui scegliete bene). Non commettete assolutamente l’errore di mostrare qualcosa che il vostro personaggio designato (l’Occhio lo chiameremo) non può sapere perché non lo ha visto o non lo ha sentito. Può capitare che, in corso d’opera, l’Occhio vi risulti quello sbagliato per la storia. No problem, meglio se capita subito.
Mi raccomando: il cambiamento di Occhio va bene ma tutto quello che è stato scritto prima deve essere coerente con il nuovo Occhio. Per cui, rilettura e correzione.
Lo so, una bella rottura! Per cui fate bene le scelte all’inizio e tutto scorrerà via meglio. 

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Written by Silvia T.
Sono una scrittrice che va in crisi per scrivere chi è in poche righe. "Sono vasto, contengo moltitudini" scriveva Whitman. Io direi più che chi siamo è in continuo mutamento. Quello che vi serva sapere è che mi chiamo Silvia e ho pubblicato il mio primo romanzo "Un momento di chiarezza", l'anno scorso. Domande che potrebbero venirvi in mente. Hai messo un  manuale di scrittura, vuoi insegnarci come farlo? Il mio manuale di scrittura è, diciamo, sui generis. Considerateli dei consigli e prendetene quanto basta. Perché dovremmo leggere il tuo blog o le tue recensioni? Perché no? Magari vi piace.